L’evoluzione della figura del responsabile di produzione e il ruolo della formazione

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La produzione è da sempre una delle funzioni più complesse e allo stesso tempo più importanti delle aziende manifatturiere. E’ il punto dove si evidenziano tutte le inefficienze delle funzioni aziendali.

Al giorno d’oggi è ormai chiaro che i processi chiave delle aziende devono essere condotti da un team di persone, spesso con conoscenze diverse, che operano in modo coeso per raggiungere risultati di squadra.

La “vecchia” figura del “responsabile gerarchico” viene superata da una nuova moderna figura che può essere assimilata ad un “allenatore”, capace di sviluppare persone e competenze e proporre schemi di lavoro efficaci per il raggiungimento di risultati di eccellenza.

La preparazione e la formazione di questa figura di responsabile non può essere lasciata al caso, né tanto meno può basarsi unicamente sulle caratteristiche comportamentali innate dei singoli.

Le figure a cui è demandata la gestione della produzione (capi turno, capi reparto, responsabili di produzione, etc.) spesso provengono da ruoli operativi e , mediante avanzamenti ottenuti per la loro profonda conoscenza del processo produttivo, raggiungono ruoli di responsabilità.

In molte situazioni queste figure tendono a gestire le persone facendo leva sulle loro convinzioni personali e sulla cultura che hanno sviluppato nel corso della loro evoluzione lavorativa e personale.

In alcuni casi vi è una buona gestione, normalmente in presenza di persone con attitudini personali positive riguardo al rapporti con gli altri, e in altri casi vi è una cattiva gestione.

Recentemente inoltre si è aggiunta la complicazione relativa al fatto che le squadre di produzione possono essere fortemente eterogenee in termini di cultura dei singoli, a partire da personale che ha difficoltà a parlare la lingua del paese fino ad arrivare al neolaureato che non riesce a trovare una collocazione di lavoro coerente con i suoi studi.

La gestione un po’ improvvisata e basta sulle caratteristiche personali del responsabile, deriva dal fatto che spesso questa figura ha avuto poche occasioni di approfondire alcune conoscenze di base riguardo agli aspetti di comunicazione, leadership, motivazione, delega, conflitti etc.

Se ci poniamo la domanda :  “quanti di noi hanno avuto nel corso della loro età scolare o lavorativa la possibilità di beneficiare di una formazione riguardante gli elementi di base della comunicazione, che sono essenziali per poter lavorare bene assieme agli altri?”

Dovremo rispondere : “probabilmente molto pochi !”  E i gestori del processo produttivo non fanno eccezione.

A questo punto diviene chiara la necessità di formazione per molte persone che ricoprono i ruoli di Capo Turno, Capo Reparto, Responsabile di produzione , etc.

Se è vero che i responsabili raggiungono i loro obiettivi solo ed unicamente attraverso il lavoro delle loro persone, è evidente l’importanza della figura dell’allenatore.

Per operare in modo ottimale le persone devono essere competenti e motivate.

Le principali attività dell’allenatore per raggiungere risultati di eccellenza si potrebbero sintetizzare nei seguenti punti:

  1. “Diagnosi costante” (valutazione) della maturità professionale delle proprie persone:
    1. Competenza
    2. Impegno e motivazione
  2. Gestione dei singoli mettendo in pratica azioni efficaci e coerenti con la loro  maturità professionale
  3. Sviluppo della competenza delle persone , attraverso la predisposizione di condizioni favorevoli all’apprendimento e alla crescita.
  4. Motivazione dei singoli dando senso al loro lavoro,  analizzando quali sono gli elementi interiori che li spingono a mettere energia positiva in quello che fanno, e fissando obiettivi coerenti.
  5. Proposizione e applicazione operativa di schemi di funzionamento di gruppo atti ad armonizzare e valorizzare i singoli, e produrre risultati di squadra di cui i singoli possano sentirsi parte attiva.

Il percorso per il raggiungimento di un ruolo efficace di responsabile di un area produttiva può essere  lungo e difficile , e sicuramente deve passare attraverso una volontà personale di rimettersi in discussione, di accettare e sviluppare un cambiamento personale.

In questo senso la formazione può fungere da catalizzatore e stimolo alla riflessione, con l’obiettivo di portare questi soggetti a considerare la possibilità di un percorso di cambiamento e miglioramento della propria professionalità.

Infatti , proprio di professionalità si tratta. Nella vita comune , extra aziendale, ognuno di noi deve seguire le proprie inclinazioni e attitudini ma, nell’ambito aziendale , un responsabile che gestisca un team deve cercare di entrare in una logica di servizio.

La domanda fondamentale che deve guidare le sue azioni è: “cosa posso fare per far lavorare al meglio la mia squadra e raggiungere gli obiettivi stabiliti”?